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Lotta allo spreco alimentare e non solo, i primi dati: 143 enti e 2039 persone impegnati in recupero e redistribuzione

Oggi, 5 febbraio, si celebra la 6a Giornata nazionale di Prevenzione dello Spreco istituita dal Ministero dell’Ambiente con la campagna “Spreco Zero” e dall’Università di Bologna – Distal attraverso il progetto “60SeiZERO”. Si rinnova così l’occasione per rilanciare la sensibilizzazione intorno al tema dello spreco alimentare in Italia, a cominciare dai dati e dalla nuova “fotografia” che possiamo tracciare sulle abitudini degli italiani.
Anche i Centri di Servizio per il Volontariato del Piemonte sono in prima linea in questa iniziativa.
La lotta allo spreco alimentare, e non solo, è infatti l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato dalla Regione Piemonte con i cinque CSV presenti nella nostra Regione, che collaboreranno per la realizzazione di attività di sensibilizzazione volte ad ampliare la cultura del consumo consapevole (si stima che, ogni anno, un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo dell’uomo vada buttato) e a trasformare lo spreco in opportunità per i cittadini in stato di bisogno.
La prima parte del progetto si è conclusa proprio il 4 febbraio con la prima restituzione delle informazioni emerse da una mappatura realizzata dai CSV su tutto il territorio regionale.
I dati fin qui raccolti dal Centro Servizi per il Volontariato Vol. To evidenziano che sul territorio dell’area metropolitana torinese sono attivi 143 enti impegnati in attività volte al recupero e alla redistribuzione a persone in stato di bisogno di beni alimentari e non, ceduti dai donatori a titolo gratuito con l’obiettivo, tra gli altri, di limitare lo spreco e di sviluppare la cultura del consumo critico.
Si tratta di Enti del terzo settore (di cui 69 Organizzazioni di Volontariato iscritte nell’apposito Registro regionale del Piemonte e due sezioni di OdV iscritte in altre regioni), parrocchie e enti di tipo ecclesiale o religioso, ma anche pubbliche Amministrazioni e aziende.
Variegata la tipologia di beni che viene raccolta e distribuita. Dall’indagine risulta che, sul territorio torinese, la raccolta di “eccedenze alimentari da circuito commerciale” è pari al 35,7% del totale, il “vestiario usato e ricondizionato” è il 22,9%, gli “arredi usati e/o rimessi a nuovo” il 12,5%, i “pasti non serviti dalla ristorazione” il 5%; sono il 8,2% gli “altri beni derivanti da eccedenze o usati”, ad esempio libri e attrezzature varie.
Vanno messe in evidenza la quantità e la qualità degli operatori coinvolti, che in totale sono 2.039, di cui oltre il 76% volontari; poco meno del 40% degli enti coinvolge in questo tipo di attività anche le persone destinatarie dei propri servizi.
Le attività di raccolta e distribuzione sono rivolte a strati di popolazione che vivono in stato di particolare indigenza: si tratta in massima parte di “famiglie in difficoltà” (31,9%), “persone immigrate” (26,1%), “persone anziane in stato di indigenza” (23,1%) e “persone senza fissa dimora” (16,9%).
Afferma Silvio Magliano, presidente del CSV Vol.To: “I risultati di questa mappatura, uniti alle celebrazioni per la 6a Giornata nazionale di Prevenzione dello Spreco, ci permettono di sottolineare, ancora una volta, una delle principali missioni del Volontariato: educare, soprattutto le generazioni più giovani, e stimolare una riflessione sulle condizioni svantaggiate e di povertà, promuovendo un cambio di atteggiamento nei confronti dello spreco, non solo quello di cibo, e riconoscendo come un “dono” prezioso la grande accessibilità a ogni tipo di bene che in questi tempi caratterizza l’intera società”.