Si tratta di una norma sovranazionale che permetterà nella UE l’applicazione di un medesimo quadro normativo ad un settore particolarmente delicato, eliminando eventuali disarmonie. L’Italia ha già una corposa regolamentazione in tema di protezione dei dati personali che risale alla L. 675/1996 che, dopo alcune modifiche ed integrazioni, è stata sostituita dal D.Lgs. 196/2003.
Il nostro Parlamento, con la cosidetta legge comunitaria n. 163/2017, ha comunque delegato il Governo ad adottare un decreto legislativo al fine di adeguare il quadro normativo nazionale alle disposizioni contenute nel GDPR.
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30 luglio 2018 – GDPR: il decreto attuativo “slitta” ad agosto.
Il Regolamento europeo sulla privacy (Gdpr) è già in vigore, ma il decreto di attuazione è all’esame delle commissioni parlamentari, rinviando così il recepimento. Come noto, dal 25 maggio scorso il Regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali (GDPR) è in vigore. Ora, non resta che attendere il decreto di attuazione che, passato sotto il vaglio del Garante privacy, deve essere modificato e coordinato per adeguarlo alla normativa europea sulla privacy. Il Garante non ha infatti risparmiato critiche al decreto su punti cruciali della riforma come la durata del trattamento dei dati, il limite d’età dei minori legittimati ad esercitare azioni di autotutela e gli illeciti penali del Codice Privacy, della cui sopravvivenza dovranno occuparsi i giudici. In virtù del mancato arrivo dei pareri delle commissioni parlamentari, slitta dunque il termine del recepimento della delega al 21 agosto 2018. Ciò comporta che per un certo periodo di tempo si verificherà una sovrapposizione tra quanto disposto dal regolamento europeo (direttamente applicabile) e le norme sulla privacy attualmente vigenti. Da più parti, dunque, si auspica che il sole d’agosto ci porti i pareri delle commissioni parlamentari e l’approvazione definitiva.