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L'urban artist Cibo e il progetto N.E.O.N: 4 murales ai giardini Sospello

Un bicchiere di vermouth, un gelato cremino, una panna cotta e un baccello di piselli: sono queste le quattro opere realizzate dall’urban artist Pier Paolo Spinazzè, in arte Cibo, a Torino ai Giardini Sospello al confine tra i quartieri Madonna di Campagna e Borgo Vittoria, nella Circoscrizione 5.  I murales realizzati hanno preso il posto di graffiti omofobi, xenofobi e ingiuriosi secondo la convinzione dell’artista che l’odio e il degrado si possano combattere anche con i colori creando bellezza nel quotidiano.
 

 
Cibo è da anni in prima linea nella sua città, a Verona, nella lotta contro il razzismo e i pregiudizi in generale. Le “armi” con cui combatte sono bombolette spray, vernici colorate e marker, tutto il necessario per ricoprire con simpatiche e goliardiche opere di urban art, rigorosamente sempre a tema culinario, i messaggi d’odio rinvenuti sui muri della sua città. Per questo Cibo è stato scelto come testimonial di N.E.O.N., il progetto finanziato dal Corpo Europeo di Solidarietà e coordinato dal CSV Vol.To, nato con il fine di rielaborare in maniera artistica messaggi d’odio presenti sui muri della città sotto forma di graffiti omofobi, xenofobi e razzisti.
Anche la Città di Torino, attraverso l’Ufficio Torino Creativa ha sostenuto attivamente questa iniziativa in accordo con le linee guida per l’Arte Urbana, che vedono in questa particolare forma d’arte la possibilità di rigenerare spazi collettivi e al contempo promuovere la libera espressione in ambito artistico.
Cibo, durante la realizzazione dei murales, ha spiegato così il senso della sua opera: “Sostituisco le cose brutte con le cose buone. È un’idea che ho avuto una decina di anni fa e ho notato che ha successo perché la gente è stanca di vedere insulti, svastiche e celtiche sui muri. Ai giardini Sospello ho scelto come soggetti delle mie opere alcuni prodotti tipici di Torino. La mia speranza è che questo lavoro possa essere continuato dai ragazzi del quartiere, magari all’interno di qualche altro progetto”.
Gerardo Gatto, Presidente di Vol.To, ha commentato così l’iniziativa: «L’arte da sola forse non è in grado di salvare il mondo, ma certamente può renderlo un posto migliore perché più bello; in tutte le sue declinazioni, ha il dono di sapersi prendere cura della Persona e della sua umanità. L’arte in qualche modo ha un compito educativo, cioè di trarre fuori il positivo che c’è in noi. Così fa anche la street art, di cui l’artista CIBO è un abile e intelligente interprete. I lavori di questo artista infatti hanno l’intrinseca capacità di relazionarsi con l’ambiente circostante trasformando le abiezioni del reale, come le scritte d’odio e a sfondo razzista che si possono leggere sui muri delle città, in messaggi divertenti, ma ugualmente capaci di lavorare sulla coscienza di ciascuno e sulla consapevolezza di appartenere a una sola comunità».
Davide, Rossella, Fabio, Christian, Sara, gli ideatori all’interno del progetto N.E.O.N. dell’iniziativa hanno invece raccontato così come è nata l’idea, compresa quella di coinvolgere Cibo: “Il progetto N.E.O.N. è nato guardandoci intorno e prestando attenzione ai tanti graffiti d’odio che imbrattano i muri del quartiere e della città. Troppo spesso si passa, sempre di fretta, accanto a queste scritte, senza notarle e senza riflettere sui messaggi negativi che lanciano. Stanchi di vedere graffiti come questi, insieme agli studenti dell’IIS Giuseppe Peano, abbiamo deciso di fare qualcosa di creativo per rovesciarli in positivo: a questo punto è venuto naturale ispirarci a Cibo e coinvolgerlo nel progetto”.