Skip to main content

I giovani in Servizio Civile si confrontano con le istituzioni

Il 28 luglio i ragazzi in Servizio Civile con Vol.To hanno avuto la preziosa opportunità di incontrare online Titti Postiglione, la coordinatrice dell’Ufficio del Servizio Civile Universale del Dipartimento per le Politiche giovanili, e Cristina Gallasso, la Funzionaria dell’ufficio per il Servizio Civile della Regione Piemonte. Gli 80 giovani coinvolti si sono preparati all’incontro anticipando via mail le loro domande, pronti a cogliere l’opportunità di apprendere il funzionamento del Servizio Civile, il suo ruolo (anche durante l’emergenza) e le sue peculiarità da chi definisce le linee guida di questa esperienza.

All’evento ha partecipato anche il presidente del Centro Servizi per il Volontariato Gerardo Gatto, che ha portato il suo saluto: «L’anno di Servizio Civile è importante perché attua un principio della Costituzione, ovvero il dovere di solidarietà sociale, ma la cosa più importante è che il servizio civile è un paradigma di quello che dovrebbe essere il lavoro. Il Servizio Civile inoltre offre una risposta concreta a un bisogno: aggiungere al proprio curriculum un tassello importante nell’ottica del futuro inserimento lavorativo; per queste ragioni si tratta di un anno di formazione ed educazione alla solidarietà, oltre che di partecipazione all’inclusione».

Il Servizio Civile, infatti, offre una risposta concreta a un bisogno reale, educa e rispetta i principi di solidarietà, partecipazione e inclusione. Inoltre, è un esercizio attivo della cittadinanza, nonché uno strumento di educazione civica per la costruzione di una più matura coscienza civile delle giovani generazioni e per la diffusione di una cultura vissuta e sperimentata di partecipazione alla vita delle comunità.

All’intervento di Gerardo Gatto ha fatto seguito quello di Titti Postiglione: «Quando è stato pensato il Servizio Civile – ha detto – ma ancor di più quando è stato riformato nel 2017, con il passaggio da Servizio Nazionale a Universale, c’è sempre stato un pensiero di fondo: no una singola istituzione ma un sistema, composto da operatori volontari, società civile, enti del Terzo settore e istituzioni. Se le tessere del mosaico si incastrano le une con le altre allora otteniamo un Servizio Civile che risponde al suo mandato. Il Servizio Civile ha infatti una sua specificità propria: è uno strumento di investimento sui giovani e per i giovani, in un percorso di competenza, ma è anche un processo che porta a incidere su quello che chiamiamo bene comune. Questa doppia valenza è unica e supera la concezione stessa del volontariato, che è uno strumento antichissimo nel nostro Paese».

La Postiglione ha proseguito il suo intervento parlando di questi mesi di lockdown, delle difficoltà incontrate e della risposta alla crisi da parte di un fronte compatto: «Questi mesi che abbiamo vissuto, con la tragedia gravissima che ha colpito il nostro Paese, hanno avuto effetti devastanti sulle famiglie dei nostri cari colpiti, ma questa emergenza ci ha anche insegnato tante cose: come una crisi importante come questa può avere un impatto su qualsiasi politica. Ci siamo dovuti confrontare in tempo reale con problemi e soluzioni nuove e ciò che l’emergenza aveva stravolto, doveva trovare una risposta nuova. In questo sistema ognuno ha fatto un pezzo, con la voglia di fare e rischiare consapevolmente, forti del nostro ruolo, del valore della prossimità, del bene comune come principio, del tradurre in azioni concrete i pensieri; oggi infatti siamo qui a raccontarcelo e a leggere cosa abbiamo vissuto assieme per capire cosa trarre da questa esperienza, perché diventi un’esperienza consolidata di Servizio Civile, a maggior ragione in un momento strategico per il sistema che convoglia l’emergenza in un momento topico per la riforma dell’impalcatura del Servizio Civile costruita nel tempo. Sono sicura che la trasformazione del sistema ci farà guardare con occhi nuovi il nostro Servizio Civile e l’introduzione dell’online per i soggetti più fragili sarà certamente uno strumento in più, oltre che uno degli insegnamenti che ci ha lasciato questa emergenza e che ci dobbiamo portare dietro per mettere a regime al più presto».

Nel corso dell’evento, inoltre, è stato spiegato come il Servizio Civile Universale abbia preso il posto del precedente Servizio Civile Nazionale, con alcune novità ma anche con forti continuità con la previgente disciplina, dimostrando di essere un sistema civile complesso sempre in cambiamento, ma anche una vera e propria esperienza di crescita e un sistema fatto di persone e relazioni, che in questi mesi di lockdown hanno trovato risposte nuove all’emergenza, nonché nell’emergenza. Come ha spiegato Cristina Gallasso in conclusione: «L’attività di monitoraggio in questa fase delicata è stata essenziale e ha consentito di creare e rafforzare il legame tra istituzioni ed enti per raccogliere istanze, portando a una crescita della fiducia reciproca, anche grazie alla costruzione del Tavolo regionale degli Enti rappresentativi del Terzo settore. Il messaggio importante da dare è quello di una necessità di fare sistema, perché con un lavoro di sinergie si può fare una buona promozione e mettere a punto elementi che serviranno per la concreta realizzazione del Servizio Civile, perché sia davvero Universale».

L’appuntamento si è concluso dando ai giovani la possibilità di porre ulteriori domande, questo incontro ha, senza dubbio, contribuito ad avvicinarli alle istituzioni che lavorano per loro. I riscontri positivi raccolti dai partecipanti ci fanno ben sperare di esserci riusciti.